Con l’acronimo inglese MCI (Mild Cognitive Impairment) o disturbo cognitivo lieve si indica una condizione clinica caratterizzata da una modesta difficoltà in uno o più domini cognitivi (memoria, attenzione, linguaggio, ecc.).
Tale condizione, solitamente rilevata attraverso i test neuropsicologici, si presenta in fase iniziale con una sintomatologia che viene spesso sottovalutata oppure, nel paziente anziano, confusa con i sintomi tipici dell'invecchiamento tali però da non compromettere l’indipendenza e le normali e quotidiane attività lavorative e sociali della persona.
È importante quindi identificare correttamente la fase iniziale dell'esordio dei disturbi cognitivi lievi in quanto le fasi iniziali di queste patologie rappresentano un periodo in cui è ancora possibile intervenire efficacemente al fine di ritardare e attenuare le successive fasi della malattia.
Il medico di famiglia è coinvolto nella prima fase di inquadramento diagnostico, che comprende l’anamnesi, la ricerca di segni e sintomi della patologia e il colloquio con i caregiver.
In quest’ottica, la capacità da parte del Medico di Medicina Generale di identificare precocemente i sintomi del declino cognitivo e di inviare allo specialista i casi più significativi rappresenta una tema di rilievo nella gestione dei sistemi sanitari.
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